IL PENSIERO DELLA POESIA. Carlo Michelstaedter e il Romanticismo della tragedia

I tempi e i luoghi che configurano l’esperienza filosofica, letteraria e morale della Persuasione e della rettorica, del Dialogo della salute e delle Poesie, sono quelli fecondi e accidentati della crisi della ragione
e della coscienza europeo-borghese; allorché l’intellettuale della volontà o quello del ripiegamento, l’ironista o il malinconico, lo scrittore d’avanguardia o il neolitico, infittiscono la loro visione della modernità di urla e sussurri, proclami e libelli, rivelazioni e autonegazioni.
Ogni frammento di verità affermato propone un’idea aurorale di presente, sfidando il passato dei saperi “cristallizzati” o predicendo il futuro come adempimento della reversione dei valori.
Nel contesto della filosofia e della letteratura prodotte in Europa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, si è cercato di scrutare il pensiero di Michaelstaedter con l’occhio dello storico incline a ricostruire per esempi modernizzanti le unità concettuali significative e le tematiche aporetiche presenti in un universo della conoscenza emozionato dalla propria sovrana e tragica volontà di assoluto.